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Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Dicembre 2023
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Perché fare un corso del genere

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Da anni sostengo, come formatore esperto in comunicazione efficace prima e come practitioner di programmazione neuro-linguistica (la scienza che studia come modellare i comportamenti vincenti degli esseri umani) poi, che l’insegnante deve evolvere i suoi metodi formativi, senza limitarsi a “trasferire semplice know-how”, come un automa. Gli insegnanti hanno un ruolo delicato, molto importante, impegnativo. Possono e devono trasferire il sapere coinvolgendo i ragazzi, motivandoli con il loro atteggiamento propositivo e passionale. Oltre ai fondamentali della cultura, oltre a trasmettere il sapere, devono aiutare i loro ragazzi “a crescere caratterialmente”. I giovani hanno bisogno di dialogo, di essere ascoltati, motivati, incitati e persino capiti.

In PNL esistono molte fantastiche tecniche per migliorare la capacità comunicativa di una persona, nonché permettergli di entrare molto più velocemente in rapport con altre persone. Queste tecniche possono consentire - al docente che volesse apprenderle – per esempio, di “riconoscere i canali rappresentazionali” dei ragazzi che hanno davanti oppure di acquisire l’abilità di ascoltarli ed osservarli “in pnl si dice: calibrare”, il tutto per migliorare la capacità relazionale e comunicativa. L’uso sapiente di tutte e tre le forme di comunicazione (spesso i docenti si fermano al solo verbale) ovvero, “del verbale, del paraverbale e, soprattutto, del non verbale, detto anche linguaggio del corpo”, permetterebbe ad un insegnante di capire molto più facilmente i suoi ragazzi, nonché di farsi capire, a sua volta, dalla maggior parte di loro. In realtà, “entrare in rapport” permetterebbe al docente di calamitare l’attenzione dei propri studenti, sviluppando quella sensazione molto forte chiamata semplicemente: EMPATIA.
 

A sostegno della mia tesi, cito uno studio condotto nel 2001 dalla Ricercatrice americana Vichy Zygouris Coe, Assistente del Professor Timothy Blair, Capo della Literacy Area (l’area che permette di capire il grado di istruzione delle persone) del Dipartimento di Istruzione dell’Università Centrale della Florida, negli Stati Uniti, ha dimostrato che la comunicazione non verbale degli insegnanti può influenzare considerevolmente l’apprendimento dei loro ragazzi: sia per la passione attraverso il corpo nel parlare di certi argomenti, sia per le aspettative positive verso gli allievi comunicate allo stesso modo. La psicologa ha dimostrato, con la sua indagine denominata “Programma di Bilancio del grado di istruzione nelle scuole elementari”, che quanto più erano coinvolti i ragazzi, resi partecipi ed ascoltati dai loro insegnanti, tanto migliori erano le loro prestazioni scolastiche. Il prestare orecchio ai commenti degli studenti non valeva solo riguardo all’apprendimento, ma era importante anche quando questi ultimi esponevano problemi personali. Nella sua ricerca, Vichy Zygouris Coe ha osservato che quello che contava maggiormente nel creare questo rapporto di intesa tra allievi e docenti era il comportamento non verbale di questi ultimi.

Interagire con gli studenti, guardarli spesso negli occhi quando parlano di sé o dei loro problemi, evitare di interromperli o di parlare sopra di loro, mostrare posture aperte, sorridere, muoversi tra i ragazzi anziché stare dietro alla cattedra, sottolineare il proprio discorso con gesti o enfatizzarlo in certi punti, modificare il tono di voce, evitare di leggere la lezione ma condirla con proprie esperienze, ecc. Questi ed altri, sono i segnali che maggiormente aiutano un insegnante ad entrare in “rapport” con i propri studenti. Vichy Zygouris Coe conclude la sua ricerca affermando che se gli insegnanti prestassero più attenzione a questi aspetti della comunicazione e del rapporto quando insegnano, otterrebbero molte più soddisfazioni dalle proprie scolaresche.

Sono fermamente convinto che un così bravo insegnante, che oltre a “trasmettere il sapere con passione” sapesse comunicare con i suoi ragazzi, sia con le parole sia con il linguaggio del corpo, riuscirebbe ad influenzare positivamente il loro rendimento scolastico. Il progetto in allegato (aggiornato nei contenuti e nelle ore dopo aver tenuto conto dei suggerimenti datimi nel corso sperimentale) vuole essere – senza la pretesa di sostituirsi ad alcuno e con molta umiltà - una semplice base di partenza per verificare, ulteriormente, la capacità di trasferire (ma anche di apprendere) tali nozioni ad altri insegnanti e metterli nelle condizioni ottimali di comunicare con successo. Del resto, Voi sapete molto meglio di me che uno dei problemi tipici dell’Istruzione in Italia è che “molti professori comunicano, ma pochi sanno veramente coinvolgere i ragazzi e farsi capire”. Fatemi conoscere il Vostro parere, scrivendomi a info@giancarlofornei.com oppure chiamandomi al 392/2732911.

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Giancarlo Fornei -  Formatore Motivazionale, Scrittore & Mental Coach - "Il Coach delle Donne" 
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