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LA LARGHEZZA TRA LE PAROLE

Articolo di Andrea Cattaneo

È lo spazio lasciato tra una parola e l’altra dello scritto

Si può valutare estimativamente calcolando quanti occhielli possono essere collocati tra una parola e l’altra:


  • Se posso inserire tre-quattro occhielli il segno è equilibrato;

  • Se posso inserire meno di tre occhielli il segno è Stretto tra Parole;

  • Se posso inserire più di quattro occhielli il segno è in eccesso;


  • Ciaoooocomeoooostai?= tra una parola e l’altra si riescono ad inserire tre-quattro occhielli quindi la larghezza è equilibrata

  • ciaooocome stai?= tra una parola e l’altra si inseriscono appena uno o due occhielli il segno si qualifica in Stretto tra Parole

  • ciaooooooocome stai?= tra una parola e l’altra si inseriscono più di quattro occhielli il segno è in eccedenza

Il segno esprime la capacità critica, di riflessione, di consapevolezza e di elaborazione, informa su come si organizzano i dati raccolti tramite la percezione e sulla modalità di azione; largo tra parole è indice del pensiero critico: l’individuo, per mezzo di questa funzione, prende le distanze dal mondo sensibile e immediato per sottoporre a valutazione, tramite il giudizio, quanto diventa oggetto di esperienza, abbandona la percezione e l’impressione del momento per porre al vaglio critico ciò che ha percepito.

Lo spazio lasciato tra una parola e l’altra indica un momento di riflessione, di perlustrazione, elaborazione, di pausa e di attesa tra una azione e l’altra, tra un’idea e l’altra, tra un progetto e l’altro. In questo momento di attesa si attua un importante processo razionale per valutare le circostanze,le idee e i progetti , in questa fase la persona va alla ricerca di motivazioni e di informazioni necessarie ad una valutazione oggettiva.

Largo tra parole equilibrato porta la capacità di valutazione critica, la capacità di riflessione, la capacità di visione panoramica oggettiva delle circostanze, dei fatti e dei problemi. Chi possiede questo segno ha capacità di rielaborare in maniera personale fatti e idee, quindi di riprodurre in modo nuovo i dati acquisti dall’esperienza,la capacità di utilizzare le esperienze passate in favore di quelle nove. Sono persone che utilizzano le esperienze vissute per arricchire il loro presente. Largo tra Parole eccessivo indica che la capacità di riflessione è talmente presente da bloccare l’azione, si viene a creare ipercritica, quindi la persona si attarda nell’azione per trovare fatti e motivazioni. Questo atteggiamento può divenire un difetto poiché ritarda la produttività e la concretezza.
Stretta tra Parole indica immediatezza e impulsività, per cui la persona agisce senza pensare troppo, questo in positivo può dare la capacità di reazione immediata in situazioni in cui essa è richiesta, ma per altri versi può indicare imprudenza per scarsa riflessione. La persona ha debole senso critico, quindi una visione un po’ ristretta delle circostanze e delle possibili conseguenze alle azioni. Generalmente la poca critica lascia spazio all’intuito per cui la persona agisce non secondo oggettività ma in base ad un proprio sentire interno.

Come si evince, pur nei limiti della brevità espositiva, le tre larghezze concorrono assieme a definire il nostro equilibrio psicofisico e vanno a definire la nostra capacità di intendere e di agire. Non basta infatti avere la capacità di recepire, apprendere, assorbire dall’esperienza tanti stimoli e tante conoscenze ( segno Largo di Lettere) occorre anche che l’apprendimento non sia fine a se stesso e non sia chiuso in se stesso, ma sappia ossigenarsi attraverso il rapporto di interscambio con gli altri e con la realtà ( segno Largo tra Lettere). La conseguenza sarebbe pensiero acritico, soggettivo che procede solitario e quindi con probabilità di commettere azioni impulsive, per mancanza di valutazione. Non basta essere ricettivi e conoscere, non basta essere capaci di interscambio ossigenativo con gli altri e con l’ambiente, è necessario anche possedere critica. La critica è la capacità dunque di sapere riflettere e di rielaborare in modo personale le conoscenze, di sapere utilizzare l’esperienza (passata e che si acquisisce nell’interscambio) così da formulare delle produzioni che sono ri-produzioni personali, elaborate del conoscere.

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