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PURIFICAZIONE di Fabiana Del Torto

Miei cari ricercatori,

iniziando a “lavorare” col Reiki, si ha il ripristino del potere di auto-guarigione dell’organismo, questa fase è sempre accompagnata da una purificazione del corpo. Le sostanze di rifiuto, che si sono accumulate nel corso degli anni, vengono rilasciate e abbandonano il corpo. E’ importante in questo periodo aiutare il nostro organismo bevendo molta acqua.

Si può verificare anche una purificazione a livello emozionale. Vecchie emozioni represse, magari di un lontano passato, riaffioreranno in superficie, dandoci l’opportunità di riconoscerle e di liberarcene definitivamente. Non abbiate timore di questo in anticipo: non succederà mai di dover sopportare di più di ciò che siamo in grado di affrontare. Praticare Reiki su noi stessi nei momenti difficili, aiuterà a superarli più facilmente. Una sola raccomandazione: prestiamo attenzione a non cadere nel tranello nel quale tutti, bene o male, siamo caduti quando abbiamo attraversato periodi difficili ossia NON PROIETTIAMO SUGLI ALTRI LE NOSTRE FRUSTRAZIONI.

Quando siamo arrabbiati o tristi cerchiamo qualcuno da rimproverare per giustificare il nostro stato d’animo. Guardiamo il nostro partner, il nostro datore di lavoro, o qualsiasi altro come la causa della nostra rabbia, del nostro dolore, del nostro sentirci rifiutati o minacciati. Quando non troviamo nessuno da biasimare, cerchiamo allora di invitare o di sfidare qualcun’altro a comportarsi male nei nostri confronti, così da giustificare ancora una volta le nostre emozioni. Bisognerebbe avere la consapevolezza che le emozioni che affiorano dopo un trattamento o un corso Reiki non hanno niente a che fare con il presente. Spesso sono emozioni del passato. Un buon metodo, semplice e chiarificatore per riconoscerle e affrontarle è quello di scriverle. Scrivere una lettera a chi, secondo noi, è la causa della nostra rabbia, dolore, paura etc… etc…

La lettera non va scritta con l’intenzione di farla leggere alla persona interessata.

Scriviamola per noi stessi, per individuare, accettare le nostre emozioni e trascriverle nel nostro stile, su un semplice foglio di carta. La nostra lettera non dovrà essere letta all’altra persona, non dovremo scrivere frasi corrette o preoccuparci della grammatica, dovremo semplicemente trasferire su carta le nostre sensazioni, i nostri dolori, come vengono, di getto, così, senza freni, anche usando un linguaggio liberatorio, nude e crude. Una volta che ci saremo abbandonati al fiume di tali moti dell’Anima, scopriremo che quelle sensazioni non appartengono al presente, ma al nostro passato, magari scaturite da nostro padre, o da nostra madre, vengono da un luogo in cui le avevamo tenute nascoste per molto tempo. Dopo aver scritto la lettera non teniamola, ma accartocciamola e bruciamola. Non importa se questo ci sembrerà strano, bruciare la nostra esplosione emozionale ci aiuterà a liberarci da quei sentimenti. Questo è il momento in cui consentire amorevolmente a queste vecchie emozioni di riaffiorare per poter venire a patti con esse: reprimerle richiede molta energia e causa solo blocchi che aggiungono dolore a dolore. Scopriremo inoltre che queste vecchie emozioni colorano ancora il nostro vissuto di oggi. Cercare il contatto con la parte più vera di noi, con la sua profondità, sia pur dolorosa, ci permette di liberarci di un vecchio schema mentale, sgretoleremo un ostacolo per procedere più leggeri e più facilmente sulla nostra strada di crescita individuale e spirituale.


Non dobbiamo lottare

contro noi stessi,

ma conoscere noi stessi…

La conoscenza è in sé

trasformazione, mutamento

dell’intera esistenza

di una persona.

E’ come scavare nel terreno

per trovare le radici

e portarle alla luce”.


Osho


Continua….



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